Ci siamo Nip/ Tuck chiude i battenti e con un pò di tristezza salutiamo uno dei serial più intriganti e trasgressivi di sempre, grazie agli amici di TV Guide l’attore Dylan Walsh alias Sean McNamara ci racconta quialcosa del gran finale, e più in generale della sua esperienza nella serie, esperienza durata sette anni e ben 100 episodi.
L’attore racconta che durante la lettura dello script dell’ultimo episodio si aspettava di più riguardo il livello di follia, ma l’executive e creatore dello show Ryan Murphy sembra stavolta aver puntato meno sull’eccesso o sequenze shock , cercando un finale secondo Walsh più intelliigente e pensato, infatti l’attore avverte che sarà un finale diverso da quello che ci si potrebbe attendere, non ci saranno fuochi d’artificio tanto per intenderci.
Ora che la ditta Mcnamara/Troy è definitivamente sciolta, i due amici decideranno di prendere strade diverse, ma non ci saranno cambiamanti repentini o rinsavimenti miracolosi, Sean seguirà la sua indole umanitaria accettando interventi probono in quel di Bucarest, Christian resterà l’egoista sciupafemmine di sempre, Walsh afferma che la separazione definitiva dei due protagonisti era un atto dovuto.
L’attore riflette sugli ultimi sette anni e ricorda il limite sempre sul punto di essere oltrepassato ad ogni nuovo script, ci sono stati momenti in cui ha dovuto fare quasi un atto di fede per convincersi che alcune scene avrebbero funzionato, per poi rendersi conto una volta visto il girato della passione e della coerenza della scrittura di Murphy, sempre puntata a provocare, ma mai superflua e sempre funzionale ai personaggi.
Walsh ammette anche di non aver amato ogni singolo episodio, ma ha apprezzato gli sforzi profusi nel non rilassarsi nel confort di copioni scontati o story-line prevedibili, c’era sempre qualcosa di avventuroso nel lavoro di Murphy, che Walsh considera uno scrittore straordinario che è riuscito a far funzionare scene che in altri ambiti sarebbero state gratuite, come quando ricorda l’attore, Sean fa sesso con la bambola in lattice che ha le fattezze di Kimber, c’era qualcosa di straziante e triste allo stesso tempo in quelle sequenze, una scena che sulla carta lo aveva lasciato alquanto perplesso, e che invece a conti fatti si è rivelata memorabile.