I fan di 24 che non aspettavano altro che l’analista del CTU Dana Walsh (Katee Sackhoff) venisse spazzata via dalla faccia della terra, possono decisamente festeggiare: la cattiva di turno si è per l’appunto trovata sulla strada della generosa arma da fuoco di Jack Bauer nel corso dell’ultimo episodio andato in onda.
Adesso che è fuori dai giochi, la star di Battlestar Galactica può iniziare a interpretare e commentare: l’attrice ammette di sentrisi abbastanza triste per la morte del personaggio, anche se, per forza di cose, non si è mai trovata a provare una sincera simpatia per questo.
La difficoltà più consistente è stata sicuramente quella di conferire una parvenza di redenzione al personaggio, e, ancora, la Sackhoff non è convinta di esservi riuscita. Il personaggio di Dana, rispetto ai precedenti, è decisamente più “semplice” in termini di colori emotivi trasmessi, ma non per questo meno complessa da portare “live” sullo schermo.
L’attrice sottolinea l’importanza di riuscire a bypassare i feedback degli spettatori, ad accettarli comprendendoli e poi andando avanti: il pubbico odia, il pubblico ama: è tutto parte di un contesto che deve funzionare, dal primo all’ultimo “bullone”.
24 è stata, per l’attrice, un’esperienza fantastica: dopo la fine di Battlestar e dopo il mancato decollo del pilot di Lost & Found la Sackhoff ha trascorso un periodo di forte disillusione, una sorta di tradimento delle aspettative che ha generato un vuoto che 24 è riuscito a colmare.
L’attrice sottolinea anche i ritmi sostenuti con cui viene girata la serie: ha girato infatti in un giorno solo le scene per gli episodi 5 e 6, lavoro che solitamente avrebbe potuto tranquillamente occupare 18 giorni. Ritmi di lavoro che ti spiazzano, in una frenesia che ti tiene occupata in modo intensissimo per un lasso paradossalmente breve di tempo.