Il sito Den of Geek intervista uno dei creatori del nuovo spin-off Stargate Universe, e noi vi proponiamo una summa di questa lunga ed interessante chiacchierata che vede Cooper parlare della genesi del progetto e della sua lunghissima esperienza nel franchise di Stargate:
Nessuno di noi voleva continuare a scrivere la stessa cosa. dopo 15 stagioni eravamo in cerca di qualcosa di nuovo, la serie doveva prendere una direzione completamente diversa, per questo abbiamo un pò tradito l’idea base della serie, quella di rivolgersi ad un pubblico di nicchia e abbiamo indirizzato la storia verso un pubblico più ampio e questo ha notevolmente aumentato il rischio di fallire il bersaglio…se questa sia stata una scelta giusta o no lo vedremo presto.
Cooper parla del suo legame decennale con la serie e della sua scelta di continuare ad occuparsene:
Io sono un fan di Stargate, scrivo quello che mi piacerebbe vedere da spettatore, ho solo pensato che volevo continuare ad occuparmi della serie, di poter fare qualcosa di nuovo che mi rendesse orgoglioso, non che gli altri due serial non mi abbiano reso tale, e solo che questo nuovo spin-off è qualcosa di completamente nuovo con cui confrontarmi
Cooper parla del cast, della produzione e di Robert Carlyle:
Il cast è fenomenale, lo studio è sensibile e favorevole a quello che stiamo facendo, abbiamo avuto molta libertà creativa, tutti si divertono un mondo, Robert Carlyle ha un entusiasmo contagioso che aiuta tutti nei momenti di stanca, la crew è ormai una sicurezza, ci uniscono anni di lavoro nel franchise di Stargate, credo siano tutti orgogliosi del lavoro che stiamo facendo.
Cooper racconta di come ha coinvolto Robert Carlyle nel progetto:
Il modo migliore per catturare l’attenzione di un attore di quel calibro è scrivere qualcosa di forte, e che colpisca subito, lo so sembra che ci stiamo dando delle forti pacche sulle spalle da soli, ma è questo che ha colpito Carlyle, la qualità della scrittura, un attore di richiamo è molto importante per la produzione. Come in Battlestar Galactica, c’erano molti dubbi sulla serie ai piani alti, poi quando comunicammo alla produzione che avevamo opzionato Edward James Olmos e Mary MacDonnell, l’atteggiamento verso la serie cambiò di colpo, tutti diventarono ottimisti.
A proposito delle guest-star e delle partecipazioni speciali di volti noti dell’universo di Stargate:
Non abbiamo intenzione di sperimentare crossover di attori con altri franchise come Battlestar Galactica, ma abbiamo scelto di far transitare nella serie molti volti familiari per i vecchi fan, abbiamo Richard Dean Anderson per sei episodi, il ritorno di Amanda Tapping e Michael Shanks per dei cameo, ma resteranno solo delle partecipazioni, Stargate Universe è un’altra serie, questa è una sorta di ricompensa per i fan più assidui, un modo per accompagnarli nel nuovo serial, l’idea finale è di dare un taglio netto con il passato, così da dare al tutto un nuovo inizio.
La navicella spaziale destiny e il suo ruolo di vera co-protagonista nella serie:
La Destiny è un vero e proprio personaggio nella storia, è protagonista e antagonista per il gruppo di caratteri imprigionati al suo interno, il gruppo dovrà confrontarsi con il mistero della sua costruzione e del suo funzionamento, ma anche con il fatto che è una nave molto vecchia che sta cadendo a pezzi e che potrebbe trasformarsi in una trappola mortale, si, la Destiny potrebbe anche essere un cattivo nella storia, pericoloso e spaventoso.
Dopo aver paragonato la situazione in cui si trova l’equipaggio della Destiny alle condizioni estreme delle carovane ai tempi del vecchio west, alle prese con territori ostili e inesplorati, Cooper si congeda parlando di JJ Abrams, Lost e il nuovo Star Trek:
Se dobbiamo paragonare quello che abbiamo fatto con la nuova serie a quello che ha fatto Abrams con Star Trek, preferisco utilizzare come paragone Lost…Stargate Universe è indirizzato a chi non ama la fantascienza hardcore, come quella di Stargate o Star Trek, e ne cerca una versione pù light, come può essere quella di Lost che ha fatto finta per un periodo di tempo di non essere una serie di fantascienza, catturando così un pubblico più vasto e variegato.