Alla vigilia degli Emmy, The Hollywood Reporter ha intervistato in esclusiva Jon Bernthal, l’ex Shane di The Walking Dead per parlare della sua vecchia esperienza, ma anche del nuovo progetto che ha in cantiere con Frank Mazzara.
C’è stato un momento in cui sei tornato dalla produzione e hai chiesto di tornare con Shane nella terza stagione?
Penso che Shane dovesse andare davvero, per la storia. Ovviamente avrei voluto rimanere, ma allo stesso momento dovevo andarmene. L’unica cosa che mi preoccupa è che questa morte abbia degli effetti su Rick e scateni altre emozioni. A giudicare dalla performance di Andy nel tredicesimo episodio direi di si. Rick Grimes ha bisogno di diventare più forte e legato al gruppo e la morte di Shane l’ha sicuramente rafforzato.
Quale è stata la scena più difficile per te?
Alla scuola con Otis. Sparargli nella gamba e il lavoro che c’è stato è stato davvero difficile. Non solo sporcarsi, sudare ed essere mangiato dagli insetti, ma combattere perché è stato reale. E’ ironico perché sono stato nell’esercito, ma quello che ho fatto a The Walking Dead non ha paragoni. E’ stato difficile anche perché avevamo un nuovo regista e una guest star (Pruitt Taylor Vince, interpretava Otis) e quindi era complicato mantenere il livello di intensità.
Stai per tornare a lavorare con Frank Mazzara e Jeff DeMunn con L.A. Noir. Come paragoni il nuovo personaggio, Joe Teague, con Shane?
Come Shane, Joe Teague è un ragazzo che ama lavorare secondo il suo codice. Non crede nello status quo, in termini di giusto e sbagliato. A diffrenza di Shane, Joe è già passato dalla fase su cosa fare per rimanere vivi perché è stato un Marine e veterano di Guadalcanal. HA già vissuto la sua apocalisse ed ora è a L.A. che si destreggia nel mondo corrotto dalla mafia che sono diventati il dipartimento e Hollywood. E’ un ragazzo che agisce prima di pensare. E’ l’evoluzione di The Walking Dead.