Una storia che forse non volete conoscere.
Il suo nome era Jeffrey Dahmer ed è stato soprannominato “il cannibale di Milwuakee” un titolo che parla chiaro sulla storia di uno dei serial killer più spietati esistiti. Stessa storia che sembrerebbe arrivare presto su Netflix grazie a Ryan Murphy.
Se siete persone facilmente impressionabili forse non dovreste leggere la storia di questo serial killer che vi promettiamo, non è per niente leggera. Ricordiamo che la fonte di tale racconto è stata procurata grazie a Wikipedia che vi invitiamo a visitare per ulteriori “macabri” dettagli.
Infanzia e adolescenza
Figlio di un chimico, visse, malgrado alcune difficoltà dovute a problemi di salute, un’infanzia tranquilla fino all’età di sei anni (contrariamente a quanto affermano altre fonti biografiche, secondo cui Dahmer visse in un clima familiare molto inquieto e violento e che finì vittima di un vicino di casa che, più volte, lo violentò), quando la sua famiglia si trasferì a Doylestown, Ohio. A partire da quell’età, Dahmer sviluppò un carattere chiuso e apatico, incominciando a collezionare resti di animali morti che usava seppellire nel bosco situato dietro l’abitazione dei genitori e a subire scherzi a scuola. A sedici anni cominciò inoltre a coltivare fantasie sessuali in cui l’oggetto del desiderio erano persone morte, per di più iniziò a consumare regolarmente grandi quantità di alcolici.
Il primo omicidio
Nel 1978, subito dopo il divorzio dei genitori e in seguito al conseguimento del diploma della scuola superiore, Dahmer mise in atto il suo primo omicidio. La vittima fu Steve Hicks, un autostoppista di diciannove anni: in quell’occasione l’assassino invitò il giovane nella casa dei genitori rimasta vuota, gli offrì una birra, ebbe con lui un rapporto sessuale e lo uccise colpendolo con un manubrio e soffocandolo. Successivamente smembrò il cadavere e ne nascose i pezzi in sacchi per l’immondizia che furono poi sepolti nel bosco situato dietro la casa dei genitori.
Subito dopo il delitto, Dahmer si iscrisse all’Università statale dell’Ohio, dalla quale si ritirò dopo soli sei mesi, a causa della scarsa frequenza alle lezioni e dell’alcolismo. Non volendo cercare un lavoro, fu obbligato dal padre ad arruolarsi in una base dell’esercito degli Stati Uniti in Germania: dopo poco meno di due anni, durante i quali scomparvero due persone, Dahmer fu espulso per via del suo sempre più grave alcolismo. Tornato negli Stati Uniti, Dahmer visse inizialmente a Miami Beach (dove lavorò in una banca del sangue presso un ospedale). In seguito si trasferì nella casa di sua nonna a West Allis, dove venne incriminato in due occasioni per alcolismo e atti osceni in luogo pubblico. Durante questo periodo, Dahmer continuò a coltivare le proprie passioni sciogliendo nell’acido scoiattoli morti e custodendo manichini rubati nell’armadio.
Lo show che si chiamerà Monster: The Jeffrey Dahmer Story vedrà come protagonista Richard Jenkins. Janet Mock e Carl Frankin saranno invece i registi. La serie tratterà 10 casi nei quali si è cimentato il killer e su come il colore bianco della sua pelle lo abbia facilmente aiutato in facili rilasci da parte della giustizia.