Il noto Castello delle Cerimonio "La Sonrisa" è stato confiscato alla famiglia Polese. La cassazione ha deciso che...
Si chiama La Sonrisa ma grazie al programma di Real Time “Il boss delle cerimonio” convertito poi a “Castello delle cerimonie”, dopo la dipartita di Antonio Polese, ha raggiunto la popolarità in tutta Italia. Situato nel comune di Sant’Antonio Abate in provincia di Napoli e già comunque conosciuto per molti eventi storici ospitati anche da emittenti come la Rai. Una sentenza però pare abbia gettato un po’ di ombre sulla struttura che portano alla luce diverse incongruenze nella costruzione e nella gestione del castello. Infatti da questa confisca la propietà è passata dalla famiglia Polese al comune in cui è situata.
Per la Suprema Corte di Cassazione del tribunale di Torre Annunziata (NA) la struttura è abusiva ed il confisco della proprietà e dei terreni in cui sorge ora non sono più della famiglia che la gestisce da moltissimi anni. Infatti anche questa sentenza arriva dopo almeno 40 anni. La contestazione di alcuni enti era cominciata nel 2011 dove sull’area di 40mila metri quadri sono stati fatti degli abusi edilizi. I guai giudiziari per la famiglia erano cominciati già con Rita Greco defunta moglie di Antonio Polese, condannata insieme ad Agostino Polese fratello di Antonio ad 1 anno di reclusione. Sentenza che poi venne riformata dalla Corte di Appello di Napoli. Da ieri però era passata in giudicato alla Cassazione che ne ha passato la proprietà del terrano e degli immobili al Comune di Sant’Antonio Abate. Quindi per ora La Sonrisa non sembra aver nel proprio destino l’abbattimento.
L’attenzione però ora è rivolta al reality, agli eventi programmati, ai lavoratori che avevano assicurato come sempre un indotto importante. Ci saranno tutte queste cose? Bisogna comunque aspettare le prossime decisioni essendoci la conferma di sentenza ed evitare giustificazioni sulla questione preoccupandosi di tutt’altro fuorché il rispetto della legge, che fino a prova contraria, vale per tutti. Sui livelli occupazionali c’è poco da dire, seppur tante persone rischierebbero il lavoro, questa cosa forse andava pensata prima di aggirare le leggi ma ad ogni modo con un curriculum di lavoro alla Sonrisa forse trovare qualcos’altro non risulterà troppo difficoltoso considerata l’elevata presenza di ristoranti nella zona.
Ilaria Abagnale Sindaco di Sant’Antonio Abate ha commentato la vicenda dicendo che “un verdetto inatteso che colpisce molto la comunità essendo una struttura importante nel tessuto economico del territorio e che offre lavoro a molte famiglie non solo abatesi. Studieremo sicuramente meglio la questione“. Riuscirà a restare in vita il “matrimonio napoletano” più famoso del Paese?