Ci sono isole e isole. Partendo da quella incantata di Peter Pan, L’isola che non c’è, fino a giungere a quella dispersa di Robinson Crusoe, l’isola è sempre stata vista come meta di arrivo o di partenza, scrigno di sogni impalpabili o disperazioni concrete. Ovviamente, alle isole classiche, se ne sono aggiunte di nuove, tra cui spicca quella di Lost, simbolo di una stagione televisiva ricca e unica nel suo genere.
Ovviamente, il mondo dello spettacolo non è mai statico e punta sempre a reinventarsi, a volte con risultati positivi, altre un po’ meno cercando, in ogni caso, il diverso nella modernizzazione. E’ proprio questo il caso di Alcatraz, show nato dalla genialità di JJ Abrams, padre del già citato Lost, e sostenuto da Liz Sarnoff, sceneggiatrice e produttrice esecutiva dello show che rese grande Abrams.
Tra una chiacchiera e l’altra, Sarnoff racconta qualcosa in più di Alcatraz a sfx.co.uk paragonandolo, forse involontariamente, a Lost:
“Da ogni programma cui si lavora si impara qualcosa di nuovo, che ci piaccia oppure no. Personalmente, ho sempre vissuto questo arricchimento professionale, soprattutto riguardo Lost, che ha richiesto l’impegno da parte dello staff al massimo. Infondo, non era semplice trovare qualcosa di accattivante da raccontare ogni settimana per più di una stagione. Anche Alcatraz è uno show impegnativo ma che, al tempo stesso, dà molto.
La produttrice americana, inoltre, traccia il punto focale di Lost, simile a quello di Alcatraz:
In Lost tutto girava intorno ai personaggi, alle loro storie, alle loro personalità e interazioni. Erano il cuore del programma e lo stesso sarà per Alcatraz. Anzi, forse il tutto sarà ancora più accentuato, visto che i protagonisti dovranno condurre le loro vite avendo un grosso segreto sulle spalle, cosa che li renderà emotivamente molto vulnerabili e fragili.