Grande intervista quella che Tubetalk in esclusiva ha preparato per i fan: fan di cosa, e soprattutto, intervista a chi? Vi dico solo una parola magica: Lost! Come tutti voi sapete, c’è grande attesa per l’incombente sesta stagione della intrigantissima serie, sesta ed ultima, direbbe qualcuno; conclusiva, aggiungerei io.
E chi potrebbe delucidarci su qualche fidatissima anticipazione meglio di Darlton, la sacra monade composta d a Carlton Cuse e Damon Lindelof, i quali, con un sorriso un pò sornione e sotto i baffi (forse lo vedo solo io?) (non) rispondono alle domande dell’intervistatore.
Per prima cosa si parla di Juliet,e del finale della quinta stagione: la prima domanda riguarda la sua uccisione: la risposta è semplice: domande sull‘uccisione di Juliet implicano il fatto che Juliet sia stata uccisa! Le apparenze possono ingannare, come dice Brad Pitt in Burn After Reading
Del resto questa è la colonna sonora classica di Lost, alla quale siamo ormai più che abituati, così stanno le cose, anche se difficilimente riusciamo ad abituarci a questo stile di gestione della trama, che cola e si infiltra negli spoiler.
Si interroga poi l’oracolo doppio su come il finale della quinta stagione sia risucito a lasciare in sospeso i telespettatori: l’effetto era chiaramente voluto, una delle chiavi del successo di Lost è proprio quella di creare domande nello spettatore, nel fare in modo che una risposta apra sempre altri dieci quesiti. Oltretutto, la curiosità stimola la partecipazione e l’interattività, che a sua volta stimola la prima.
E’ questo loop vincente che fa di Lost una delle serie più seguite e più “interagite” di tutti i tempi. Si pone poi una domanda consueta: tornerà Lost? Ciò che deve succedere, diciamo, succederà. Lost implica una certa libertà, dato che ci si muove avanti e indietro nel tempo, quindi, che dire, tutto è possibile, ma i due padri della serie ribadiscono che la sesta sarà una stagione conclusiva, in tutti i sensi.
Alla domanda sul livello di soddisfazione e di “sazietà” degli spettatori al giungere del finale di stagione, la risposta è chiara: nada! Gli spettatori avranno delle risposte, ma continueranno a discutere e a speculare, con un certo livello di frustrazione.
I due parlano anche di come, tale speculazione, abbia realmente rappresentato un pezzo consistente della vita della serie: fin dalla seconda stagione gli spettatori hanno iniato a proporre spiegazioni e teorie, per poi rimanere fregati dallo svolgersi degli eventi, lasciando un bel “cavolo, non ci avrei mai pensato” sulla bocca di molti.
Riguardo le affermazioni di Matthew Fox circa il finale della serie, beh, i due non negano, anzi, confermano che Fox è stato messo a parte, almeno in parte (scusate il gioco di parole), del magico gran finale. Attenzione però, a non prendere tutto come oro colato, dato che sicuramente c’è molto, molto altro.
Risposta abbastanza semplice quella data alla domanda sull’allontanarsi di personaggi come Claire dalla soria principale. Il fatto è che evidentemente la storia, che prende il suo corso, si forma e cresce come un organismo indipendente, non richiedeva più la sua presenza, se non in modo più marginale, quindi è presto detto.
Capita, infatti, che la trama legata al singolo personaggio in qualche modo contriubisca a renderlo indipendente dal “troncone” principale, per poi lentamente rendere marginale la partecipazione: in sostanza, capita.
In chiusura si fa una riflessione sull’ospedializzazione di Libby e di Hurley, e sul concetto stesso di coincidenza: l’ospedalizzazione di entrambi potrebbe esserlo,