Fringe 2, parla l’executive Akiva Goldsman

FRINGE_Hand_Wallpaper_by_jsky7 [800x600]

Il sito Spinoffonline in vista del finale della seconda stagione del serial Fringe, serie che sembra essersi dimostrata l’erede naturale del cult X-Files, Warehouse 13 permettendo, intervista una delle menti creative che sono dietro gli script della serie ideata da JJ Abrams, il produttore, regista e sceneggiatore premio Oscar per A beautiful mind Akiva Goldsman.

Goldsman, che tra l’altro ha diretto alcuni episodi della serie, tra cui la premiere della seconda stagione A New Day in the Old Town, oltre ad aver collaborato allo script ha anche diretto Over There il finale della seconda stagione. Goldsman racconta che questo finale sarà una premessa per un concept tutto nuovo da sviluppare nella terza stagione, l’ultimo episodio è stato scritto a suo temppo in questo senso, con un’alternativa dell’ultim’ora se ci fossero stati problemi dovuti agli ascolti bassi e la serie fosse stata cancellata.

Goldsman, che ha cominciato a collaborare con Abrams a circa metà della prima stagione, racconta che ci sono voluti più episodi del previsto affinchè la serie trovasse una sua strada e camminasse con le proprie gambe, dopo un inizio che ammiccava al cult di Chris Carter X-Files e all’altro cult dello stesso Abrams, quel Lost che ha dato nuovi parametri alla scrittura televisiva, puntando su una mitologia in continuo divenire.

Goldsman in Fringe si occupa degli episodi che compongono la mitologia, gli universi paralleli, Osservatori e via discorrendo, come avveniva con la cospirazione aliena spina dorsale di X-Files, il che sembra stimolarlo molto, più della mostruosità o stramberia che settimanalmente il team deve affrontare, anch’essa parte del percorso che Fringe condivide con il cult di Carter. Goldsman afferma che non ci saranno molti altri episodi incentrati su flashback, nonostante siano molto divertenti da realizzare e l’episodio Peter sia stato un grande successo, non è una consuetudine che la serie intende adottare.

Goldsman prosegue parlando delle difficoltà e dello stimolo nel raccontare due universi specchio uno dell’altro, ma profondamente diversi, mettendo l’accento sull’uso intelligente e meditato degli effetti speciali e del budget che resta il punto di riferimento per ogni cosa, sequenze ben congegnate senza eccessi di parsimonia, e con il massimo impatto visivo raggiungibile con i mezzi e il tempo a disposizione.

L’executive conclude elogiando con entusiasmo il cast, in special modo Anna Torv (Olivia) che considera fantastica, tutti i personaggi hanno raggiunto una loro identità ed uno spessore che travalicano gli interpreti, facendone veri e propri compagni di viaggio con cui lo spettatore può fantasticare, uno dei vantaggi di scrivere una serie piuttosto che un film per il grande schermo, aggiunge Goldsman, un’evoluzione costante che è gran parte del divertimento.

Il finale della seconda stagione di Fringe si dividerà in due parti con l’episodio speciale Over There in onda il 13 e il 20 maggio.