Già sapevamo che prima o poi la guerra sarebbe scoppiata in Game of Thrones, ma ora è davvero cominciata. Abbiamo visto esecuzioni, combattimenti, magia, sesso, torture e romanticismo, ma domenica giungerà la guerra. Dopo il salto troverete l’intervista fatta a David Benioff e Dan Weiss di EW.com…
La prima parte dell’intervista risale a qualche mese fa, quando era stata appena finita di girare la seconda stagione.
Allora, come è stato girare la Battaglia di Blackwater?
Weiss: “E’ stato molto divertente, anche se c’erano sei gradi e una pioggia infinita. Il fango ci arrivava alle ginocchia.”
Benioff: “L’intera storia di Blackwater ce la portiamo dalla prima stagione, avevamo sempre detto che avremmo girato la nostra battaglia epica prima o poi.”
Weiss: “Si, l’abbiamo sempre voluta fare, ma non sapevamo se ne saremmo stati in grado, perchè è una battaglia gigantesca e che necessita di una quantità enorme di effetti speciali. E cosa peggiore, poco prima delle riprese siamo rimasti senza regista.”
Benioff: “Eravamo nel panico, poi dalla lista è spuntato Neil Marshall. Aveva fatto alcuni film a budget limitato che però erano famosi per l’espressività. Anche se non aveva mai visto la nostra serie ha imparato subito e si è rivelato un’ottima scelta.”
E credo che abbiate girato di notte anche per risparmiare su alcuni effetti o sugli sfondali, giusto?
Weiss: “In parte si, ma ci sono anche molti elementi di una battaglia che rendono di più di notte.”
Benioff: “Le freccia infuocate per esempio che di notte sono magnifiche.”
Ci sono ovviamente dei termini di paragone abbastanza alti, parlando di battaglie, come Il signore degli anelli nella battaglia del fosso di Helm. Come siete riusciti ad allontanarvi ed a creare un modo nuovo di ricreare Blackwater?
Benioff: “Uno dei grandi vantaggi che abbiamo rispetto il film è che noi conosciamo davvero bene gli attori. Sappiamo chi morirà e chi no. E poi abbiamo evitato le riprese dall’alto o la panoramica, lasciando la ripresa diretta, che può risultare molto più viscerale.”
Weiss: “Ogni qualvolta si legge di qualche esperienza di guerra, che sia romana o in Vietnam, si legge sempre di caos, incredulità e incapacità a capire bene cosa succeda. E’ proprio questo velo che noi abbiamo provato a riprodurre per Blackwater.”