Con House of Cards ha dimostrato che fare tv di qualità è possibile anche non lavorando in tv – la serie è diffusa in streaming da Netflix – ma Kevin Spacey nei giorni scorsi al Guardian Edinburgh International Television Festival si è spinto molto più avanti, invitando i grandi network ad esplorare i vantaggi di internet e dello streaming e a dare ai telespettatori maggior potere.
Ecco la traduzione di alcune parti del discorso di Kevin Spacey di cui vi proponiamo il video a fine post:
Abbiamo proposto House of Cards a tutti i grandi network, tutti si sono detti interessati ma prima volevano fare il pilot: non è stato per arronganza che io, David Fincher e Beau Willimon non abbiamo voluto girare un pilot, volevamo raccontare una storia che richiedesse tempo per essere narrata, una storia a strati con personaggi complicati che si sarebbero rivelati col tempo, mentre fare un pilot avrebbe significato passare 45 minuti a descrivere i personaggi, creare cliffhanger e dimostrare che quello che avevi proposto avrebb funzionato.
A proposito del successo di Netflix, piattaforma che distribuisce le sue serie tutte insieme (rendendo immediatamente fruibili gli episodi) e non settimana per settimana, Spacey spiega:
Il successo del modello Netflix mostra che i telespettatori vogliono il potere e il controllo, che vogliono immergersi in uno show.
L’attore aggiunge che il modello del servizio di streaming è capace anche di abbattere la pirateria, e che le televisioni dovrebbero essere lungimiranti e imparare la lezione che le aziende discografiche non hanno imparato, dare al telespettatore quello che vuole e quando vuole, ad un prezzo accessibile.
Crede che nel giro di una decina d’anni, venti al massimo, le differenze tra queste piattaforme spariranno, tredici ore di televisione guardate tutte insieme come un film, sono poi differenti da un film? Se guardi un film sulla tv, non è più un film perché dovresti guardarlo al cinema? E se guardi una serie tv su un iPad, smette di essere una serie tv? Le etichette sono inutili a parte per manager, agenti e avvocati, per i giovani già non ci sono più.
Da non dimenticare l‘engagement, ossia il guardare la tv che diventa un atto social:
I giovani fanno il tifo affinché gli diamo la cosa giusta, e ne parleranno e la porteranno con loro sull’autobus o dalla parrucchiera, la consiglieranno agli amici, ne parleranno su Facebook, Twitter, nei loro blog, faranno fan page e gif stupide: sarà possibile coinvolgerli con un livello di passione che i film, anche blockbuster, si sognano, e l’unica cosa che dobbiamo fare noi è dare loro questo che vogliono.
Photo Credit | Getty Images