Qualcuno potrebbe essere rimasto un pò disorientato dalla premiere della sesta stagione, per una serie abbastanza consistente di ragioni. Lost disorienta di per sè, questo è ormai abbastanza noto, tuttavia adesso sembriamo piombati in una nuova “spirale”, diversa da quella dei viaggi nel tempo.
Adesso è il momento delle realtà parallele, interi universi, in numero infinito, che si manifestano a partire dallo spazio delle varianti, giungendo a manifestare i vari tipi di destino: i nostri protagonisti sono a casa, il volo Oceanic è atterrato, ma sono anche sull’Isola, a compiere in modo diverso il loro destino. E chissà dove altro sono.
Carlton Cuse e Damon Lindelof cercano, a modo loro, di chiarire qualche punto. In particolare, ci offrono qualche interessante spunto di riflessione. Il primo consiste nel farci notare come, qualunque sia la realtà in cui vivono, i nostri personaggi mantengono il loro “ruolo”.
Come degli archetipi junghiani, dovunque si trovano i nostri sono sempre i nostri, e rappresentano ciò che rappresentano da sempre. Del resto, i produtori ci dicono che mostrarci la realtà corrispondente al mancato schianto dell’Oceanic era una cosa che volevano fare già da un paio di anni.
Ci sono poi alcune cose veramente inaspettate, ad esempio il fatto che Desmond si trova sull’aereo. E poi, la detonazione avrà veramente creato una nuova linea temporale? E’ proprio così che funzionano le cose? Forse non lo sapremo mai, ma quello che conta maggiormente è che conosceremo in modo più dettagliato i legami tra i vari personaggi e le loro reciproche influenze, questo sarà il focus della prossima stagione.