Se vi avessero detto che due autori di serie tv, per convincere un canale americano a dare il via libera allo show da loro proposto, avessero scritto venti pagine in cui promettevano che lo show sarebbe stato una sorta di procedurale senza una struttura serializzata e mitologica, che non sarebbe stato ascrivibile ad uno specifico franchise, che tutto avrebbe avuto una spiegazione scientifica e che non ci sarebbero stati “misteri definitivi“, che uno dei misteri – nello specifico, quello del mostro (di fumo) sarebbe stato risolto nei primi episodi, e che molti dei passeggeri dell’aereo sarebbero apparsi una sola volta e mai più…e che i personaggi precipitati su un’isola deserta sarebbero vissuti in una ‘palazzina primitiva’ à la Melrose Place e che infine, ci sarebbe stato spazio per le guest star… avreste mai detto che tutto questo sarebbe stato il ‘pitch’ di Lost che Damon Lindelof e JJ Abrams hanno fatto – mentendo spudoratamente o quasi – alla ABC?
Nove anni fa su ABC debuttava la serie che avrebbe rivoluzionato tutti i canoni della televisione, quello che ancora non sapevamo era il documento inedito con cui JJ Abrams e Damon Lindelof riuscirono a convincere la ABC – scettica dopo tutti i misteri di Alias, la cui longevità lo aveva fatto diventare troppo serializzato e di genere, ma anche sul trasmettere una versione scripted del reality Survivor – a dare il via libera a Lost.
I due creatori assunsero quattro colleghi (Javier Grillo-Marxuach, Paul Dini, Jennifer Johnson e Christian Taylor) per mettere a tacere le preoccupazioni del network: rivela Lindelof a SlashFilm:
Il loro mestiere era, dopo otto o nove settimane, quello di presentare un documento alla ABC (che per allora avrebbe già visionato il pilot) per convincerli che la serie sarebbe stata esattamente il tipo di prodotto che la rete voleva, mentre io e JJ eravamo alle Hawaii per girare il pilot, chiamandoli ogni tre per due per dargli nuove idee.
Nel documento avremmo dovuto scrivere che non saremmo mai stati serializzati e ascrivibili ad uno specifico genere, che non avremmo ripetuto l’esempio di Alias: anche se pensavo avremmo finito per fare lo stesso molte cose, quel documento era necessario per dire alla ABC, ‘Ecco come sarà lo show’.
Il “Series Format”, questo il nome del pitch, è datato 5 maggio 2004, dieci giorni dopo la fine delle riprese del Pilot e quattro mesi e mezzo prima della messa in onda della puntata; nel documento si spiega tra l’altro come Lost sarebbe stato “un medical show” in cui non solo veniva mostrato come fare della medicina senza attrezzature moderne (ci sarebbe stata un’epidemia), ma con Jack nel ruolo di un Dr House costretto a fare diagnosi senza nessun aiuto esterno; non sarebbe mancata la parte procedurale, con un mistero in ogni puntata (ad esempio, la botola) e la relativa indagine per risolverlo, e una parte legal, ad esempio discussioni sul furto di cibo o sul formare una nuova società (una delle idee era far ferire Boone da Sawyer, con annesso processo per stabilire la punizione del secondo).
Come ammette lo stesso Lindelof, però:
Dopo aver scritto i primi due episodi era chiaro che non saremmo mai riusciti a seguire quel documento, che quella bozza sarebbe stata assolutamente inutile.
Se infatti Tabula Rasa (episodio numero 2) tenta di attenersi a quanto scritto, già dal terzo (Walkabout, in cui scopriamo che John Locke era invalido prima di precipitare sull’Isola) si capisce che gli autori avevano virato verso tutto ciò che la rete aveva specificatamente chiesto di evitare, ma considerato che i numeri rimasero stabili – e anzi salirono – dai 18.65 milioni di persone del pilot, era chiaro chi aveva il coltello dalla parte del manico.
Ecco altri stralci dal documento:
Fedeli al nostro proposito di fornire spiegazioni razionali, i nostri naufraghi faranno delle scoperte sin dai primi episodi che indicano come il mostro potrebbe essere stato creato dall’uomo e alcune spiegazioni illuminanti sulla sua natura, ad esempio: potrebbe essere stato creato dai precedenti abitanti dell’isola o essere parte di un sistema di sicurezza che lo renda spaventoso anche quando non c’è.
I nostri personaggi si costruiranno i loro appartamento, un po’ come un Melrose Place primitivo. Tratteremo Lost come un romanzo di Michael Crichton, ad ogni elemento fantastico sarà appoggiato su una base reale e il paranormale avrà una spiegazione logica che ricorderà ai telespettatori che questo è il mondo reale.
L’unica cosa vera, insomma, rimane la descrizione generale:
Lost è uno show sui personaggi, tutto girerà intorno ai personaggi: triangoli amorosi, alleanze, emarginazioni… sarà un po’ come avere The O.C. sull’Isola, solo ad un livello più alto.
Anche qui, però, ci sono delle differenze: dei 47 sopravvissuti (e non 48 come poi visto) solo 14 sarebbero stati veramente importanti, gli altri sarebbero spariti (anche se sarebbero riapparsi qua e là, ma questo sarebbe stato uno dei misteri della serie); rispetto a quanto abbiamo visto, poi, i personaggi sarebbero stati diversi: Sawyer sarebbe stato un potenziale suicida con tanto di lettera d’addio (e a lui si sarebbe legata Shannon, poi finita con Sayid), Boone (all’insaputa anche di sua sorella) sarebbe stato schizofrenico, malattia tenuta a bada da psicoanalisi e psicofarmaci, cocktail interrotto un mese prima dello schianto; gli incubi di Claire sarebbero stati causati da suo figlio Aaron (legato ai misteri dell’isola) mentre a Locke (che nel ‘Series format’ non era paralizzato) aveva un non meglio precisato piano e una delle sue buche avrebbe fatto sprofondare Hurley.
Anche Vincent, il cane, avrebbe avuto il suo spazio: non solo sarebbe morso da un umano ma ad un certo punto i naufraghi si sarebbero resi conto che il labrador era un’altra bocca da sfamare a fronte della carenza di cibo; sarebbe seguito dibattito sul se ucciderlo o meno, con Michael costretto a decidere se contrariare l’accampamento o suo figlio.
Ed ecco le frasi finali del documento, tradotte da Italiansubs.net:
Crediamo davvero che LOST sia diverso da qualunque altra cosa che abbiamo visto in televisione. Dalle ambientazioni incredibili, al cast unico, formato prevalentemente da volti nuovi ed entusiasmanti (per non parlare del fatto che è il cast più numeroso di qualunque altra serie ora in onda), LOST offre qualcosa ad ognuno: una serie fatta su misura, in grado di appassionare un pubblico più vasto possibile.
Alla moda. Spaventoso. Divertente. Misterioso. Romantico. Dall’impronta cinematografica.
Ma, più di ogni altra cosa, inaspettato.
[…]
Speriamo di poterci perdere insieme con LOST.
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