Un altro uomo calvo, ambiguità più moralista e una sana dose di violenza in nome di un bene superiore non fanno di Low Winter Sun un nuovo Breaking Bad: se l’intenzione della rete tv americana via cavo AMC fosse anche solo lentamente intenzionata a permettere il passaggio di testimone tra lo spettacolo di culto con la stella Bryan Cranston e il nuovo noir drammatico, l’operazione (almeno dalla premiere) non sia riuscita; certo, ciò non toglie che il nuovo show sia piuttosto interessante e da segnalare, vediamo il perché.
Nella speranza che Low Winter Sun accalappi gli spettatori disorientati e spauriti della fine di Breaking Bad, AMC ha deciso di affiancare a uno dei suoi spettacoli di punta il nuovo progetto (per la precisione è un remake di una miniserie tv omonima di origine britannica trasmessa su BBC 4 nel 2006) che vede Mark Strong nei panni del detective della polizia di Detroit Frank Agnew, impegnato insieme al collega Joe Geddis (Lennie James) in un’indagine di omicidio di un altro agente della polizia, ma che ben presto il crimine si scopre essere la punta di un iceberg che affonda nel corpo di polizia e nell’istituzione pubblica.
Qui ci permettiamo di spoiler are che Geddis e Agnew hanno in realtà deciso di liberarsi del partner corrotto Brendan McCann (Michael McGrady), uccidendolo e poi facendo in modo che il caso venga assegnato loro, non considerando se non durante le indagini che c’erano troppe variabili che avevano sottovalutato inizialmente.
Così, ha inizio una serie di danni collaterali che comprendono l’arrivo dell’agente degli Affari Interni già alle calcagna di McCann, oltre al criminale di basso livello, Damon Callis (il sottovalutato James Ransone) che intratteneva i già menzionati rapporti di corruzione con il detective assassinato –e che adesso pretende di continuare a mantenere vivi i rapporti con Geddis; inoltre, Agnew voleva McCann morto perché il collega aveva intenzione di ammazzare la donna amata dal nostro poco amabile protagonista.
Insomma, sembra esserci tanta carne sul fuoco e, come già detto in precedenza, il prodotto è certamente appassionante e interessante, ma stiamo parlando di un noir a tutti gli effetti che, a differenza di spettacoli del calibro di Breaking Bad o Sons of Anarchy, pecca della mancanza di humour: uno humor nero che non tende a far ridere o lasciare lo spettatore divertito, ma insoddisfatto per l’amarezza di certe realtà che vengono così bene rappresentati in queste serie tv; Low Winter Sun è così intriso di buio e malinconia, senza alcun accenno di umorismo necessario al pubblico per trovare un motivo valido per non cadere in depressione.
I temi giusti ci sono, c’è anche un grande cast, ma dalla prima occhiata si può solo raccontare che Low Winter Sun non lascia a bocca aperta, resta da scoprire se potrà diventare uno show memorabile, ma di spettacoli decenti in quest’annata televisiva rocambolesca, arrivare alla sufficienza non basta.