Once Upon a Time 1, Adam Horowitz: “Le fiabe non sono più quelle di una volta”

di Felice Catozzi Commenta

Once Upon a Time, ovvero, c’era una volta. Frase simbolo di molte infanzie, inizio di racconti magici e realtà parallele. Tutti, prima o poi, si sono lasciati cullare da queste dolci parole, presagio di mille avventure ed altrettanti candidi amori. Once Upon a Time, però, ormai non è più un semplice incipit: infatti, da quando Adam Horowit e Edward Kitsis, rileggendo quella familiare nenia, hanno avuto una vera e propria illuminazione, questi quattro termini sono diventati l’immagine di una serie televisiva, baluardo per chi, sotto sotto, non ha mai smesso di sognare.

Ed è proprio Horowitz, in una recente intervista a spoilertv.com, a raccontare qualcosa in più riguardo la sua creatura:

L’idea dello show è nata otto anni fa, subito dopo aver concluso Felicity. E’ qualcosa di innovativo, che ti porta tra due mondi: da una parte quello odierno, dall’altra quello antico, fiabesco. Ciò che più amo nel mio lavoro è studiare i personaggi, osservarli e analizzarli: con una trama come in Once Upon a Time, questo è più che possibile! In più, c’è un cast d’eccezione: ogni attore richiesto per un determinato ruolo ha accettato, senza rifiuti né discussioni!

Inoltre, il produttore statunitense dà un’anteprima riguardo alla prima stagione della serie tv:

La prima puntata è davvero complessa, tanto che in molti ci hanno chiesto dove volessimo arrivare con Once Upon a Time.Il tema portante è il passaggio tra un mondo all’altro: oltre a donare più profondità alla trama, permette di studiare meglio i personaggi, veri protagonisti dello show, caratterizzati in maniera dettagliata ed esplicita, proprio come in una vera fiaba.

Infine, Horowitz descrive la sua partnership con Kitsis:

E’ grandioso lavorare insieme. Infondo, prima di tutto siamo amici e questo è molto importante. Ci siamo conosciuti al college e da quel momento non ci siamo più lasciati. Tra di noi non c’è desiderio di primeggiare: le idee migliori prendono il sopravvento, non importa chi le abbia generate.

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