Non è stata tenera né unanime la critica nei confronti di Phil Spector, film tv HBO con protagonisti Helen Mirren e Al Pacino (due che, per capirci, un film così una volta lo avrebbero fatto al cinema), ma considerato dai recensori inferiore a prodotti come Game Change, che ha ricevuto gli applausi della critica e numerose nomination/premi ai principali riconoscimenti per la tv.
Domenica scorsa su HBO è andato in onda Phil Spector, biopic su uno dei più grandi produttori musicali della storia (tra i suoi clienti, Beatles e Tina Turner), coinvolto in un processo per omicidio di secondo grado: la pellicola, scritta e diretta da David Mamet, vedeva un cast di tutto rispetto, capitanato dai premi Oscar Al Pacino (che con la rete via cavo americana aveva già lavorato in You don’t know Jack e nella straordinaria Angels in America) ed Helen Mirren.
Nel film – che ha ricevuto critiche contrastanti, per scarso mordente e un’interpretazione non sempre incisiva del protagonista, spesso surclassato dalla Mirren – non si parla tanto del successo produttivo di Spector, quanto dei suoi guai con la giustizia: il produttore, nel 2009, è infatti stato condannato a 19 anni per aver assassinato l’attrice Lana Clarkson, delitto avvenuto nel 2003 (la donna fu ritrovata morta a casa del producer, che sostenne si fosse suicidata).
Se a Pacino è toccato il ruolo di Spector, la Mirren (che ha sostituito Bette Midler) ha interpretato invece Linda Kenney Baden, avvocato difensore del protagonista; oltre al mezzo fiasco sul fronte critiche, da segnalare la stranezza di una pellicola che, nonostante sia basata su fatti reali, riporta come disclaimer “Questa è un’opera di fantasia, non basata su eventi reali“: a convincere la rete e i produttori, le proteste sia degli amici di Lana, che all’avvio delle riprese avevano espresso le loro paure per come la donna sarebbe stata dipinta, ma anche della moglie di Spector, secondo cui il film dipinge in maniera ingiusta suo marito.