In molti si chiedono se Tutto può succedere, riedizione italiana della celebre Parenthood, riuscirà mai a vedere l’ombra di una seconda stagione. Ma a questa domanda i produttori hanno giŕ dato risposta affermando che se, la fiction di Rai Uno tornerà presto con una seconda edizione. La conferma definitiva è pervenuta tramite un post divulgato sulla pagina Facebook di Tutto può succedere: “Cominciamo una nuova settimana sapendo che anche se Tutto Può Succedere č finito, il conto alla rovescia per la nuova stagione è già iniziato!”.
Anticipazioni di Tutto può succedere, parte seconda – La seconda stagione della fiction (che forse sarà presto anche tra i film trasmessi su Sky) sarà non priva di colpi di scena. Alessandro e Cristina continueranno a doversi concentrare col figlio Max; Giulia e Luca decideranno di adottare un bambino, mentre Carlo e Feven potrebbero forse sposarsi. Ma c’č davvero molta curiosità su ciò che attenderŕ l’amatissima Sara, ed in particolar modo ci si chiede se l’amore con l’ex professore della figlia Ambra continuerà o se invece i due prenderanno strade diverse.
Secondo il resoconto dell’originale Parenthood, Giulia e Luca, che durante le varie settimane passate hanno trascorso non pochi momenti di tensione, decideranno di adottare un bambino per dare un fratellino alla piccola Matilde. Ci eravamo infatti lasciati con una Giulia che aveva perso il bambino dopo poche settimane dall’inizio della gravidanza, un evento, questo, che l’aveva fatta cadere in una depressione dalla quale era riuscita ad uscire solo grazie al sostegno del marito e della famiglia: nella seconda stagione Giulia e Luca dovrebbero pertanto ritrovare le forze necessarie per ripartire senza più alcuna remora, tanto che la decisione di adottare un bambino sarà la coronazione di questa ritrovata serenità.
Per quel che riguarda Alessandro e Cristina, invece, ci saranno colpi di scena in questo caso non proprio buoni. Dopo aver tentato di gestire la sindrome di Asperger di cui č affetto il figlio Max e dopo aver dovuto combattere con la loro figlia maggiore in preda a crisi tipiche adolescenziali, i due saranno nuovamente genitori di una bambina a cui, perň, verrŕ diagnosticato il cancro. I problemi in casa Ferraro pertanto non si fermeranno affatto, ma anzi, la seconda stagione sarŕ motivo di ulteriori tensioni per Ale e Cris ancora alle prese coi loro figli.
Un cambiamento importante dovrebbe altresì riguardare il piccolo Max che finalmente chiederà ai genitori di spiegargli cosa sia la Sindrome di Asperger, e costringendoli dunque ad ammettere che anche lui ne è affetto. Inoltre, prendendo in riferimento quel che accade nella serie americana da cui Tutto può succedere trae ispirazione, Alessandro dovrebbe perdere il lavoro e mettersi in società con il fratello Carlo.
Il successo di Tutto può succedere – Certo è che la seconda stagione di Tutto può succedere darŕ adito a dei veri colpi di scena capaci di tenere incollati al piccolo schermo non solo gli spettatori che molto fedelmente hanno seguito la prima edizione (con una media di 4.066.000 telespettatori e con uno share del 16,71%), ma anche di attirare a sé coloro i quali si sono persi la prima stagione. D’altra parte la prima puntata di Tutto può succedere, andata in onda il 27 dicembre 2015, conquistň 3.704.000 spettatori, mentre la media registrata con le puntate successive ha registrato picchi di oltre 4 milioni. Tutte buone ragioni, insomma, per cui credere che anche il prossimo capitolo sarà davvero seguitissimo.
Intervista a Pietro Sermonti, l’Alessandro di Tutto può succedere – In un’intervista a Vanity Fair, Pietro Sermonti, che nella fiction interpreta Alessandro Ferraro, dichiara di essersi visto tutto Parenthood nell’arco di due giorni appena dopo aver ricevuto l’invito da parte di Lucio Pellegrini a partecipare al remake italiano.
“Questa serie esplora zone della propria anima piuttosto compromettenti. Erano diversi anni che mi offrivano ruoli da cialtrone e sentivo l’esigenza di misurarmi con storie più profonde. In Tutto può succedere ho avuto questa opportunità”, confessa fiero l’attore. Ma se c’è una cosa che lo ha emozionato di più, è il fatto di avere interpretato il padre di un bambino Asperger. Il motivo? “Ho avuto una sorella che se n’è andata molto presto perchè malata – ammette amareggiato Sermonti –, ed ero quindi affascinato dall’idea di vivere un’esperienza emotiva che mi consentisse di comprendere i sentimenti dei miei genitori”.
“La sindrome di Asperger – spiega – finisce col rendere i bambini totalmente anaffettivi. Per i genitori č come dare amore senza tuttavia ricevere nulla in cambio. Mi sono documentato molto durante le riprese e spero che la serie possa essere considerata una forma di servizio pubblico teso ad informare le persone su questo disturbo, peraltro molto difficile da diagnosticare. E a chi gli chiede come si sta nelle vesti di attore famoso, Sermonti risponde che “l’intrusione nella mia vita privata è il mio punto debole ma sono più maturo per capire che fa parte del gioco e per sapermi difendere con il sorriso. Non potevo dire no a un materiale di questo livello, a un cast, un regista e una produzione di questo tipo”.