Ancora un masterclass alla vigilia della giornata di chiusura della quarta edizione del RomaFictionFest che quest’anno ha sfoggiato un notevole parterre di grandi star del piccolo schermo e non si poteva chiudere in maniera migliore se non con un incontro con Andy Garcia, uno degli attori più importanti degli anni ’90, che ha trovato recentemente nel cinema indipendente e nella tv la dimensione creativa ideale.
Andy Garcia è giunto nella Capitale per ritirare domani sera, durante la cerimonia di chiusura, il RomaFictionFest Award for Artistic Execellence, consegnatogli per l’occasione dalla madrina del festival Veronica Pivetti. Quindi vista la presenza della star americana, come resistere alla tentazione di coinvolgerlo in una lezione di cinema e tv a tutto tondo?
Così inizia l’incontro con l’attore di origini cubane, una nostalgica carrellata su trent’anni tra grande e piccolo schermo, l’indimenticabile esperienza nel terzo capitolo de Il padrino di Francis Ford Coppola con la magia dei set italiani, ma anche la sua passione per la recitazione che soppiantò a diciott’anni quella per lo sport, abbandonato per problemi legati alla salute, poi le innumerevoli collaborazioni con gli idoli della sua gioventù, tra questi Sean Connery con il quale Garcia recitò ne Gli intoccabili di Brian De Palma.
Poi il discorso verte inevitabilmente sulla produzione televisiva statunitense che l’attore pensa più aperta alle sperimentazioni, secondo Garcia i grandi studios hollywoodiani se non hai perlomeno un blockbuster tipo Avatar tra le mani non ci pensano proprio a rischiare un investimento, così molti progetti finiscono in mano ai network che li producono adattandoli al formato televisivo con alcune scelte coraggiose che poi vengono premiate dagli spettatori, e così la linea di demarcazione tra tv e cinema si va sfocando sempre più, lo stesso Garcia ammette di vedere molta più tv che cinema in questo ultimo periodo citando la qualità di reti come HBO e Showtime.
Garcia anticipa che sta per tornare ad interpretare e dirigere una produzione televisiva a dieci anni dalla biopic For Love or Country: The Arturo Sandoval Story, tv-movie del 2000 nominato agli Emmy dove l’attore interpretava il famoso trombettista Cubano e che i partecipanti al masterclass potranno godersi al termine dell’incontro.
Garcia racconta anche che questo nuovo progetto tv ancora senza titolo si aggiunge ad alcune pellicole indipendenti in via di sviluppo come Hemingway & Fuentes, film sul periodo trascorso in spagna dello scrittore statunitense che verrà interpretato da Anthony Hopkins e della sua amicizia con il pescatore Fuentes, interpretato dallo stesso Garcia.
L’incontro si conclude con qualche battuta sul doppiaggio e sul rischio di snaturare un’opera che andrebbe fruita in lingua originale, un malinconico pensiero per la sua Cuba e reminescenze musicali, visto che Garcia suona piano e percussioni, l’attore afferma che il ritmo è nel sangue di ogni cubano e lui non fa eccezzione.