Collider ha intervistato l’attore Ray McKinnon (nella foto) di Sons of Anarchy, che nella quarta stagione è stato inserito nel cast come l’assistente Lincoln Potter. Il suo modo eccentrico di agire ha fatto cambiare idea anche allo sceriffo Eli Roosevelt (Rockmond Dunbar). Con la chiusura di questa stagione Ray ha spiegato in che modo il creatore della serie Kurt Sutter gli ha chiesto di far parte dello show: non perdete la seconda parte dell’articolo.
Conoscevi già Sons of Anarchy prima di prenderne parte?
Non ho conosciuto il mondo di Sons of Anarchy fino a quando Kurt Sutter non mi ha contattato. Così ho guardato la seconda stagione in due giorni per capire come dovevo prepararmi al meglio per fare la mia parte e ne sono diventato un fan sfegatato. Poi mi sono fermato alla terza stagione, non l’ho vista perché entravo troppo nei panni del telespettatore e non mi rendevo conto di cosa sarei andato incontro davvero.
Come ti sei preparato per interpretare il tuo personaggio?
Visto che non ho fatto i casting per fare parte della serie, Kurt sapeva che aveva acquistato qualcosa a scatola chiusa e potevo avere tanti pregi come tanti difetti. Temevo di deludere qualcuno perché nessuno mi aveva visto recitare durante il provino e temevo di essere rifiutato più avanti.
Parlaci un po’ del tuo personaggio. Come si sente Lincoln alla fine della stagione?
Si basa su una personaggio molto ben scritto dal punto di vista del copione. Lincoln è un soggetto con delle manie ossessivo-compulsive e qualche volta si fa sfuggire quelle che sono le priorità nella vita: il suo obiettivo per la comunità è quello di trovare il buono e il cattivo in ogni situazione e il fatto di giocare a ladri e poliziotti non fa altro che alimentare il suo piano mentale.
Pensi che tornerai in Sons of Anarchy o pensi che Lincoln abbia esaurito la sua storia ormai?
Non saprei, ma penso che la storia di Lincoln possa essere prolungata perché è diverso dalle altre persone e in futuro potrebbe avere dei lati del carattere che sarebbe interessante esplorare.