Sons of Tucson: parla Tyler Labine

di Redazione Commenta

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In una recente intervista a Tvguide Tyler Labine ha parlato della sua “vita” in Sons of Tucson nei panni di Ron Snuffkin, affermando di percepire la responsabilità acquisita fin dall’incipit della sua partecipazione alla serie.

Responsabilità confermata dal produttore esecutivo in persona, Todd Holland, che si è occupato anche della regia del pilot. Holland afferma addirittura che la comparsa del personaggio ha ulteriormente connotato Sons of Tucson, che ha acquisito colori più netti ed un’identità più definita.

La serie, vi ricordo, narra dei tre fratelli Gunderson, indipendenti, privi di madre e alla ricerca di un padre “fake” in grado di occuparsi di loro dal momento che il loro vero padre viene spedito in prigione.

Il produttore Justin Berfield sottolinea la difficoltà iniziale nel reclutare Labine per la serie, dato che al momento dell’ingaggio era ancora impegnato con la serie Reaper. L’attore ci racconta quindi che gli è stato proposto un contratto “second position”, ovvero un tipo di contratto che gli garantiva la presenza nella serie nel caso Reaper non fosse stato rinnovato; Labine si dice estremamente orgoglioso di tale atteggiamento dei produttori nei suoi confronti.

L’intento di Holland e Berfield, con l’inserimento di Labine nello show, era quello di dare a Sons of Tucson un colore diverso da quello assunto dalle classiche sitcom familiari. In questo caso ci troviamo di fronte a un prodotto in cui sono in un certo qual modo invertiti i ruoli, dove sono i figli ad avere il controllo della situazione.

Labine ci rassicura sull‘evoluzione del suo alter ego, che ancora non è completamente consapevole della situazione, ma presto lo sarà; tutti sono concordi nell’affermare che il mix di ingredienti si vede, equesto è confermato dal successo della serie. Sentire per credere: ascoltate le parole di Frank Dolce in merito.

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