Conferenza stampa fluviale quella cui ha partecipato Diane Kruger per presentare The Bridge, la nuova serie FX al via il 10 luglio e che arriverà in Italia, su FOX, una settimana dopo; dopo il salto, una sintesi rimaneggiata delle dichiarazioni dell’attrice.
Diane Kruger ha una ricca carriera cinematografica, ma confessa di essere stata attratta dal piccolo schermo per i ruoli forti che vengono offerti alle donne, soprattutto sulle tv via cavo, e perché show come House of Cards, Mad Men e Breaking Bad sono meglio di molti film.
In The Bridge l’attrice interpreta Sonya Cross, poliziotta affetta dalla sindrome di Asperger che proprio in virtù di questa sua ‘malattia’ sarà un’ottima poliziotta:
Non avevo mai provato interesse verso i ruoli da poliziotto, è stato proprio questo aspetto ad attrarmi verso lo show, ha l’Asperger e delle difficoltà nella sua vita, ma proprio grazie a questa condizione è una brava poliziotta, in grado di concentrarsi sul lavoro e vedere le cose da un punto di vista differente.
L’attrice ha definito una sfida il dover interpretare una persona con l’Asperger, ma che questa cosa non sarà un tratto distintivo del personaggio, che se non ce lo avesse rivelato ci avremmo messo un po’ a capire perché Sonya è così strana e che nei tredici episodi ci saranno approfondimenti sul personaggio che ci faranno capire perché il personaggio è così com’è.
Ci sarà molta oscurità e solitudine, ma anche momenti emozionanti e comici, perché l’Asperger porta anche a momenti comici, ad esempio quando verrò ‘rimorchiata’ in un bar.
Kruger si è anche detta entusiasta di poter lavorare con FX, un network molto amico degli attori, che possono ‘inserire’ i loro suggerimenti nel copione; a proposito dello scopo di The Bridge – intrattenere ma anche informare? – l’attrice aggiunge invece che non le piacciono gli show i film che tentano di insegnarti qualcosa, per quanto spera che la serie possa accendere i riflettori su alcune situazioni della frontiera Messico-Usa; lei stessa si è documentata sull’Asperger e non essendo cieca e sorda afferma di essere al corrente del problema dell’immigrazione.
Ecco invece cosa dice dei due protagonisti, il suo e quello di Demian Bichir:
Penso che lui sia proprio come immaginiamo debbano essere i messicani, molto latini, affascinanti, con un grande accento, e Sonya molto americana.
Nei tredici episodi tenteremo di trasmettere che nonostante vengano da due paesi diversi, possono mettere da parte le loro divergenze, lavorare insieme e imparare l’uno dall’altro.
Interessante infine la domanda sul fatto che attualmente ci siano molti show con serial killer (The Following, The Killing, Hannibal); cosa rende The Bridge diverso?
E’ ambientato tra il Messico e l’America, ma ci sono anche crimini insoluti e ragazze scomparse, e sarà interessante capire i rapporti tra America e Messico, senza dimenticare che i due protagonisti sono una coppia strana di detective: il nostro non è un procedurale vero e proprio, e prende direzioni inaspettate.