Chiunque abbia visto The Following ha capito che si tratta di una storia epica tra il bene contro il male, dove si racconta attraverso gli occhi dell’ex-agente dell’FBI Ryan Hardy (Kevin Bacon) che è costretto a ritornare al caso che ha distrutto la sua carriera; James Purefoy, che interpreta il famigerato serial killer Joe Carroll, ha raccontato a Collider le ultime sullo show e sul suo personaggio.
Penso che il pubblico si sia affezionato fin da subito a questo spettacolo innanzitutto perché è ben scritto e ben recitato, Marcos Siega è la nostra arma segreta! Credo che quello che ha fatto con il modo in cui ha girato la serie fa un buon 70% del successo.
Penso che il cast sia grandioso, primo fra tutti Kevin Bacon, un vero grande.
Purefoy ha spiegato com’è arrivato a partecipare a The Following:
Peter Roth, il capo della Warner Bros. Television, ha sempre avuto tempo per gli attori, è uno di quei dirigenti che parla in un modo che gli altri possono solo sognare, un’ abilità rara che permette di convincere le persone a fare cose per lui; è un gentiluomo, un mostro sacro di Hollywood e gli sono molto affezionato.
Sono semplicemente andato nel suo ufficio e abbiamo parlato, ho accettato di lavorare e ho letto un sacco di piloti, ma The Following mi aveva fulminato.
Parlando del suo personaggio:
Ho il sospetto che ci sia più di un attore americano che avrebbe rifiutato una parte simile, noi inglesi non abbiamo problemi a non essere graditi. Joe Carroll è abbastanza affascinante, interessante, ha gusto, ma soprattutto si delizia a torturare Ryan Hardy e l’FBI con il suo piano enormemente complesso.
Per cercare di inquadrare il mio personaggio ho studiato molti serial killer come Ted Bundy o Hannibal Lecter, ma il primo non ha avuto la brillantezza e il secondo non può vedere al di là del prossimo pasto.
La verità è che l’intelletto di Joe Carroll è così grande, così vasto da non considerare solo di uccidere le persone, ma di trattare con le persone che coinvolge e spinge a uccidere – perché non ci sono solo serial killer ma anche semplici persone che fantasticano sulla violenza.
Abbiamo davvero bisogno di avere una conversazione sulla nostra ossessione per la violenza, basta cercare un po’ su internet per scovare gli angoli bui delle nostre anime che si confessando nella privacy di un monitor che nasconde i volti, facendo sentire liberi di esprimere cose raccapriccianti.
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