Under The Dome, Brian K Vaughan: “Sarà uno show dark, audace, adulto e violento”

di Felice Catozzi Commenta

Brian K Vaughan

Grande attesa per il debutto – in America su CBS il 24 giugno, successivamente in Italia su Rai 2 – per la nuova serie Under The Dome basata sul romanzo omonimo di Stephen King, ed ecco cosa ci racconta Brian K. Vaughan anche a proposito del finale di Lost – di cui l’autore era uno degli sceneggiatori.

Per quanto riguarda il suo coinvolgimento nella serie, l’autore spiega è dovuto al fatto che è un grande fan di Stephen King – e si è deciso a leggere il libro perché un suo amico gli ha detto che King faceva il suo nome – e una volta venuto a sapere che la Dreamworks stava adattando la serie, si è offerto di lavorarci.

Brian K. Vaughan aggiunge che l’adattamento non sarà letterale, ed ecco come anticipa e prova a fermare le eventuale critiche dei fan:

Penso ogni adattamento sia difficile, lo è sempre quando ‘salti’ da un medium all’altro e soprattutto con l’horror, perché su carta puoi usare l’immaginazione dei lettori per creare un mostro, mentre al cinema e in tv devi mostrarlo e perdi qualcosa.

Ma ci sono adattamenti squisiti – come Stand by Me – e anche se Stephen King non è un grande fan di Shining, io ho amato libro e film ed entrambi funzionano.

Lo sceneggiatore aggiunge che forse lo scarso successo di King su altri medium che non siano i libri sono dovuti alla complessità dei suoi lavori: Under The Dome parla ad esempio anche di temi ecologici e allegorie politiche e lo farà anche la serie, cui King ha concesso tutta la sua fiducia, anche sul fronte di eventuali cambiamenti:

Mi ha citato Elvis sul fatto che ora Under The Dome è una mia creatura e devo gestirmela io; la cosa che ci ha incoraggiato è stato il fatto che lo stesso King (scrivendo il libro) aveva pensato di tenere queste persone intrappolate per anni e mostrare come sarebbe cambiata la società; arrivato a pagina 1200 si è accorto che erano intrappolati solo da pochi giorni e ha deciso di chiudere, ma ci ha detto di usare la tv per fare qualcosa che lui non aveva potuto sperimentare.

Quando ho scritto il pilot, ho cercato di catturare il cuore del libro, avendo la libertà di andare in direzioni differenti.

Originariamente concepito per Showtime, lo show non è cambiato molto quando è passato su CBS:

La cosa bella del lavorare a questo progetto era fare uno show più dark, audace e adulto; pensavo avremmo dovuto ‘alleggerire’ un po’, ma CBS era entusiasta e ci ha detto che voleva competere con i canali via cavo, quindi i cambiamenti sono stati molto limitati.

Ad esempio, mentirei se dicessi che non c’è la violenza, è uno show di Stephen King e andiamo in onda alle dieci di sera, ma la violenza usata non è fine a se stessa, porta conseguenze per tutti e il ruolo che la violenza ha non solo nella nostra società ma anche nella democrazia nascente di Under The Dome è una cosa che vale la pena esplorare.

Per ora la serie ha una sola stagione, ma Vaughan anticipa che gli autori hanno piani a lungo termine per la serie e non la vedono come una miniserie; chiudiamo con una domanda che Huffington Post fa allo sceneggiatore, relativa al finale di Lost:

La gente mi chiede di Lost ogni giorno, tutti i giorni; ma è un onore, sapere di aver lavorato a qualcosa che ha ancora significato per la gente. Non mi sono stancato (di rispondere a domande su Lost), i fan lo amano e io lo amo, ed è divertente pensare che ci siano dei riferimenti a Lost nel romando Under The Dome.Mi piace come è finito Lost, non lavoravo più lì, ma per me non erano importanti le questioni mitologiche o il mostro di fumo, mi piaceva la qualità della sceneggiatura e le interazioni tra i personaggi e il finale era emozionante come speravo che fosse.

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