Curiosando in giro con atteggiamento “losteggiante”, ci siamo imbattuti in un simpatico suggerimento di ZapToIt, che, diciamo, ci indica l’atteggiamento adeguato per addentrarci nella sesta serie.
L’espediente per entrare nello stato mentale opportuno, è quello di porsi sei semplici domande, che hanno lo scopo di focalizzare la nostra attenzione sulle questioni importanti ancora in sospeso, e la risposta alle quali determina, a catena, tutta una serie di eventi.
La prima domanda riguarda la distruzione di Jughead a causa dell’esplosione innescata da una disperata e morente Juliet: che significato ha questa distruzione? Come si inserisce nel contesto dei parametri spazio-temporali? Più che una domanda, un grappolo di sotto-domande.
Un altro aspetto cruciale riguarda direttamente il ruolo che avranno i personaggi che -si suppone – sono effettivamente morti: comparse? Apparizioni? Guide spirituali? E poi, si avrà un senso un pò più coerente di cosa significa essere morti sull’isola?
Viene poi spontaneo chiedersi il significato dell’aver visto visto persone provenienti da altre timeline, anche se si tratta di domande ridondanti, in effettti; ben più interessante tuttavia è la questione del ruolo di Aaron, quello degli Altri (sono buoni o cattivi, alla fine?), e, soprattutto: perchè i produttori hanno suggerito, ammiccando, che per gustare appieno la sesta stagione è sufficiente aver visto la prima?
Stiamo scherzando? E tutta la passione e l’impegno, il sangue sudato sulle successive quindi non ha significato? Francamente, vista la densità di eventi che si sono verificati nella serie, e l’apparente significatività di alcuni di essi, dubito che la risposta dei produttori sia quello sembra. Del resto, non dimentichiamo che stiamo parlando di Lost.